Esiste un protocollo di sicurezza anti-contagio validato dai massimi esperti della medicina italiana, che garantisce la sicurezza dei titolari, dipendenti e clienti del centro estetico già comunicato alla Presidenza del Consiglio.
Fino a quando il virus continuerà a circolare, nessuno potrà garantire il contagio zero ed è per questo che si dovrà imparare a conviverci, mettendo in atto tutte le precauzioni necessarie, per lavorare in sicurezza, abbassando il rischio contagio ai minimi livelli.
Confestetica è stata la prima a imporre la chiusura. Ora però siamo pronti!
Gli estetisti per loro natura offrono un contesto molto più controllabile dei parrucchieri, tanto è vero che:
- Nel centro estetico si lavora in cabine chiuse, con rapporto uno a uno, mentre dal parrucchiere si lavora in open space.
- L’estetista lavora su tutto il corpo ed il parrucchiere lavora solo sulla testa
- L’estetista non utilizza il phon, quindi non ci sono rischi di diffusione con aria
- Gli operatori estetici sono di sesso femminile per il 98,7% dell’intera categoria e l’87,4% dei clienti che frequentano i centri estetici sono donne: poiché in Italia la maggior parte dei soggetti contagiati dal virus SARS-CoV-2 è di sesso maschile, ciò induce a credere che nel sesso femminile, almeno in Italia, il virus abbia minore propagazione.
- L’INAIL nel suo documento tecnico di aprile definisce il parrucchiere RISCHIO ALTO mentre i servi alla persona in genere, tra cui l’estetista RISCHIO MEDIO ALT.
- L’estetista ha un protocollo di sicurezza anti-contagio validato dai massimi esperti della medicina del lavoro e virologi.
Questi solo alcuni punti che il nostro Presidente e la sua task force devono assolutamente conoscere prima di pensare ad una fase due. Basta con queste antiche confusioni tra parrucchieri ed estetisti!
Conoscere le categorie di questo paese deve essere il compito principale della task force e soprattutto di collaborare con loro per le riaperture sicure. Ma ciò non è accaduto, almeno finora. Tutti sappiamo che si può uscire da questa situazione di emergenza solo se ci aiutiamo davvero a vicenda. Altrimenti, Sig. Presidente, i Suoi appelli alla collaborazione rimarranno parole inutili visto che ci troviamo a subire le Vostre decisioni senza un minimo di confronto.
Questa decisione, che ci fa immaginare una riapertura dei centri regolari a norma di sicurezza anti-contagio a giugno, non fa altro che favorire il lavoro nero in casa, aumentando inevitabilmente i contagi. Il luogo più sicuro è il centro estetico, non l’abitazione della cliente, tanto meno la casa di un’abusiva.
Gli aiuti introdotti finora sono risultati inconsistenti in alcuni casi inesistenti, pertanto chiediamo di tornare a lavorare! Lavorare in sicurezza, il prima possibile, senza chiedere null’altro.